Istigazione di minorenne al consumo di droga: irrilevante che ne abbia già fatto uso in passato
Impossibile, secondo i giudici, ipotizzare la mancata configurabilità del reato di induzione all’uso di sostanza stupefacente a fronte del presunto stato di tossicodipendenza della persona minorenne
Legittimo parlare di istigazione di soggetto minorenne al consumo di droga anche se si appura che in passato aveva già fatto uso di sostanze stupefacenti. Questo il punto fermo fissato dai giudici (sentenza numero 22075 del 12 giugno 2025 della Cassazione), i quali hanno perciò reso definitiva la condanna di un uomo beccato ad indurre un ragazzino, con un’età inferiore ai 14 anni, a consumare sostanze stupefacenti, ossia hashish, marijuana e, in un caso, cocaina.
Scenario dell’episodio, che dà il ‘la’ al fronte giudiziario, è la provincia toscana. Lì, difatti, un uomo viene beccato mentre induce un ragazzino, che non ha ancora 14 anni, a consumare sostanze stupefacenti.
Per i giudici di merito il quadro è chiarissimo, e logica, perciò, la condanna dell’uomo sotto processo, ritenuto colpevole di induzione di persona minorenne all’uso illecito di droga.
Questa visione viene contestata in Cassazione dalla difesa, che sottolinea un dettaglio non considerato, secondo il legale, in Appello, ossia la pregressa dedizione del minore all’uso di sostanze stupefacenti, circostanza, questa, che rende non configurabile il reato di induzione contestato all’uomo sotto processo.
Per i magistrati di Cassazione, però, la prospettiva tracciata dalla difesa non regge. Impossibile, quindi, nella vicenda oggetto del processo, ipotizzare la mancata configurabilità del reato di induzione all’uso di sostanza stupefacente a fronte del presunto stato di tossicodipendenza della persona minorenne. Questo dettaglio è irrilevante, secondo i giudici, poiché la difesa si limita ad affermare, in punto di diritto, che l’induzione non sarebbe configurabile nel caso di soggetti tossicodipendenti, senza però fornire prove provate in merito alla concretezza della condizione di tossicodipendenza del minore istigato dall’uomo sotto processo.
Ampliando l’orizzonte, comunque, la ratio della norma incriminatrice è quella di sanzionare qualsiasi condotta idonea a determinare o incentivare la volontà altrui di fare uso di sostanze stupefacenti, a prescindere dall’eventuale pregresso consumo da parte della persona offesa, precisano i magistrati.
Dunque, tornando alla vicenda oggetto del processo, la circostanza che il minore abbia già in precedenza fatto uso di sostanze stupefacenti non incide in alcun modo sulla configurabilità del reato, dal momento che la norma ha una finalità di tutela generale ed individuale, mirata a prevenire qualsiasi forma di influenza o persuasione sull’altrui volontà. Ne consegue che, ai fini della punibilità, risulta sufficiente accertare che la condotta dell’uomo sotto accusa abbia avuto l’effetto di indurre o confermare la decisione della persona offesa, non essendo necessario accertare se quest’ultima fosse già consumatrice di stupefacenti.
Analizzando poi la condotta in concreto tenuta dall’uomo sotto processo, i magistrati tengono a ribadire che il delitto di induzione all’uso di sostanze stupefacenti, aggravato dalla minore età della persona offesa, sussiste quando la condotta si caratterizza per la coazione psicologica del soggetto minorenne ovvero si risolve nell’apprezzabile sollecitazione, suggestione, persuasione del medesimo al fine di determinarlo al consumo della droga, dovendosi invece escludere che l’elemento oggettivo del reato sia integrato attraverso la richiesta o l’invito ad utilizzare lo stupefacente ovvero quando il soggetto si limiti a rafforzare la decisione assunta autonomamente dal minore di procedere all’utilizzo di droga.
Tirando le somme, per induzione deve intendersi qualsiasi condotta idonea a persuadere, convincere o determinare ii soggetto passivo a compiere determinati atti. E nella vicenda oggetto del processo il comportamento dell’uomo sotto accusa non si è limitato all’utilizzo della sostanza in compagnia del minore, ma si è concretizzato in un vero e proprio atto di persuasione nei suoi confronti, provato dalle continue richieste di denaro che egli rivolgeva al minore e dai numerosi inviti ad andare a consumare insieme sostanza stupefacente, insistendo affinché il minore facesse uso di hashish, marijuana e, almeno in un caso, di cocaina.